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lunedì 15 novembre 2010

Presentazione

Mi chiamo Innocente Michele e faccio il video maker. (www.vertov.it)
Ed è per questa mia passione/lavoro che ho deciso di fare un blog.
Infatti credo che solo conoscendo altre persone che lavorano nel campo delle arti visive e dell'arte si possa migliorare la tecnica e la creatività.
Mi piacerebbe quindi riuscire, tempo permettendo, a parlare d'arte e sperimentazioni visive quali sono le installazioni e il video nel teatro, ma anche di nuove tecniche e tecnologie, così come di nuovi pensieri artistici, che sono l'origine concettuale di qualsiasi forma d'arte.
Pensavo quindi di illustrare i miei lavori, da come nascono concettualmente a come vengono poi realizzati concretamente. Sperando che la mia esperienza possa interessare ma ancor di più che si crei con i lettori del blog uno scambio di idee e informazioni  che ci permetta di crescere artisticamente e tecnicamente, di conoscerci e aiutarci.

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venerdì 12 novembre 2010

Sandglasses


Download the English version here

Sono appena tornato dal Gaida festival tenutosi a Vilnius in Lituania, il quale trattava musica contemporanea e teatro e lo studio Vertov ha partecipato assieme alla giovane compositrice Juste Ianulite.
Abbiamo creato un'opera nuova, chiamata sandglasses, dove la musica live dei violoncelli si fonde con il video e con se stessa elaborata elettronicamente in diretta.

Il team di produzione per quest' opera è il seguente: Luca Scarzella ed io per la parte video, Michele Tadini e Antonello Raggi per la parte elettronica live, 4 violoncellisti e la compositrice Juste.

Di seguito vi posto l'idea illustrata dalla compositrice e da Luca Scarzella:

"Sandglasses” explores acoustic, visual and symbolic meanings of the sand timer phenomenon. The inspiration of the piece is a simultaneous launching of several sandglasses of different capacity and duration. This idea in music is materialized by a polytemporal canon played by cellos, which pass through their entire register at different rates, thus the initial unison splits off, the voices keep moving further from each other and reach the lowest note at different moments. The sounds produced live are being recorded and repeated in several variants that individually slow down and therefore descend, so every cello’s sound generates its own polytemporal canon, they keep multiplying and layering until finally interlace into dense micropoliphonic texture, covering, flooding and replacing the real sound sources.

The music idea is visualized by the originally created cylinder screens made of tulle, where video images and light effects are projected, which extend, transform the performers’ existence on the stage, create fictions and involve the spectators in various perceptive experiences.

Although the point of departure of the piece was of purely acoustic/visual nature, during the creative process the open for diverse for interpretations phenomenon of sandglass got wrapped with some implications and associations. The metaphoric sand which flows from the sandglasses, as sediment of passing time, accumulates and submerges the individual imprisoned, their identities transform, fade and vanish until the glasses fill up, the reinless running of the chronometers stops, everything freezes and the reverse process of purification starts.. 
      Justė Janulytè
The relation beween music and images of “Sandglasses” might be defined as structural, derived from the initial design of the idea which the composer and videoartist had as a starting point at the very beginning. The images of videoprojections are functioning more according to the principle of experience rather than narration or illustration, thus avoiding usual contrapuntal games or sight-sound reactions. Music is experienced with the help of video and creates perceptions merging sight and vision.

Moving in this direction a more intimate than usual relation between the projected images and musicians was aimed at, therefore we decided to place the cellists inside the tulle cylinders (abstract “sandglasses”). In this way projected images completely enshroud  the musicians, while transparent tulle and certain lighting allows to regulate the density of the relations between the cellists‘ movements and video images, whereas the cylindrical scenography becomes three-dimentional. Thus video art and music get linked not only linguistically but also physically – interacting with the players, their bodies; it either allows them to “breathe” or imprisons in the impenetrable image.

The acoustic beginning of the piece is gradually densified continuously adding increasing amount of recorded material until the musicians are choked with the growing intensity of live electronics. The transformation process of videoprojected images is also taking place in a similar way. By the way, all the images are real phenomena filmed by camera, not computer made. Their density, intensity, expressivity is gradually growing and get increasingly dominating, thus the visibility of the musicians and the music played live starts fading away, video projections start restricting the players’ movements until they get locked in the images covering them. Having reached certain climax, the videoprojections and electronic sound start receding, vanishing, clearing, and the musicians are brought back to the centre of the attention and action.
 Luca Scarzella

Lo spettatore vive durante l'opera uno stato di esperienza, dove la musica sembra non cambiare mai, dove l'elettronica prende lentamente il sopravvento sui musicisti in sala, in crescendo, scaturendo una grande forza al suo culmine. I video seguono questa dinamica, mentre all'inizio solo si percepiscono, arrivano al culmine di questa ascesa con una forza e luminosità tale da cancellare i musicisti in sala, lasciando degli enormi vortici all'interno dei cilindri che esasperati dalla musica elettronica diventano una massa informe luminosa.
E i musicisti stessi sono delle immagini elettroniche.









Le immagini qui sopra sono il progetto scenografico: 4 cilindri composti da tulle semitrasparenti dove all'interno è posta una pedana e uno sgabello per il musicista.
Diversamente da questo render i cilindri sono poi stati traslati nello spazio, per creare un senso ancora maggiore di tridimensionalità.

Come si riesce a creare la sensazione di tridimensionalità anche se le immagini che escono dal computer sono e sempre saranno (fino al momento in cui non doteremo gli spettatori di appositi occhialetti 3d) bidimensionali?

1)I tulle cilindrici presentano la parte frontale leggermente meno chiara del retro, in questo modo il retro rifletterà la proiezione maggiormente, dando la sensazione di equilibrio luminoso tra davanti e dietro.

2)The Lights! le Luci, studiate correttamente, svolgono un grandissimo lavoro percettivo: esse vengono opportunamente mascherate in modo che illuminino il musicista senza toccare ("bagnare") la proiezione. La luce inoltre risulta calda rispetto alla luce proiettata, e subisce variazioni d'intensità nel tempo.

3) le immagini, riprese in studio ed elaborate al computer, sono state ottenute riempiendo con dell'acqua un cilindro perfettamente in scala con i cilindri utilizzati durante l'installazione.
In particolare abbiamo riempito il cilindro con dell'acqua miscelata di volta in volta con diversi tipi di prodotti (segatura, piume, colore a tempera, olio, benzina) così da generare l'effetto visivo che più si avvicinava alla nostra idea. 
Abbiamo creato un miscelatore in modo da poter muovere il liquido all'interno dei cilindri agevolmente e questo ci ha permesso di ottenere delle immagini di forma cilindrica adatte ad essere riprodotte sui cilindri presenti a teatro.
Dopo svariati esperimenti, abbiamo scelto il girato che più ritenevamo idoneo ed estetico e sono partito con lo studio degli effetti che potessero rendere queste immagini più naturali o più elettroniche a seconda del momento musicale.
In after effects ho usato dei rumori frattali per simulare una leggera patina in movimento posta sopra il nostro girato, fusa in uno degli svariati blending mode di cui il programma ci fornisce: ciò per dare un livello di profondità in più all'immagine proiettata nel cilindro, l'effetto  ottenuto è quello di simulare una superficie vetrosa dove all'interno il nostro liquido gira.
Per la parte elettronica, ho invece usato l'effetto shine: usato con discrezione esso ha dato un senso estetico artificiale e una solidità eterea alle nostre immagini.
Alcuni studi sono invece stati fatti nell'uso del rallenty più appropiato, after effects dispone di tre rallenty e final cut praticamente di uno solo.
L'ideale sarebbe stato usare il movimento pixel di after effects, ma purtroppo non ha dato i risultati sperati e il rallentamento di final cut per la prima volta si è rivelato il  migliore.
Una volta creata la base da after effects siamo partiti con il montaggio dei 4 video in final cut.
Le immagini rotatorie dei cilindri si fermano appena il musicista smette di suonare, per cui, spartito alla mano, in final cut sono stati segnati tutti gli intervalli di tempo in cui il violoncello non suona, in questi punti l'immagine si freeza gradualmente diventando solida finchè il musicista non ricomincia a suonare.
Le immagini cambiano nel tempo molto lentamente, partono naturali e poco visibili fino a diventare dei vortici astratti e poi ancora si cristallizzano.
Questa metamorfosi è stata accuratamente studiata in fase di montaggio, fondendo immagini le une sulle altre, modificando luminosità, volume e colore.
Qui sotto posto alcune foto dell'opera e alla fine un breve video creato in velocità in modo da poter farvi vedere qualcosa dell'opera.





    




Per quanto una tale performance vada vista dal vivo, mi auguro le immagini possano invogliarvi a seguirci nei nostri lavori la prossima volta.
Ora sto tenendo un corso all' Accademia alla Scala di Milano con Luca Scarzella e abbiamo in mente di realizzare una buona documentazione video su questo lavoro e sul prossimo che posterò: CONVERSAZIONI CON CHOMSKY.
Lavoro che giudico molto interessante e innovativo dal punto vista tecnologico e intellettuale, dove 60 video sincronizzati con musica dal vivo e recitato degli attori si fondono con lo spazio scenico.
Abbiamo utilizzato alcune strumentazioni da vj con effetti in real time e i video venivano  lanciati dal datore luci grazie al mixer sincronizzato via DMX con il mio portatile, mentre io spistolavo effetti dal vivo giocando con telecamere in diretta e video preparati in alpha channel.
Inoltre gli studi di N.Chomsky (che secondo The Guardian è la fonte più citata nella storia della cultura, al pari di Marx, Shakespeare e la Bibbia!) spiegano come veniamo manipolati dai sistemi di comunicazione di massa, di come le grandi imprese mettono a tacere le verità e i dissensi e di come i potenti gestiscono il pianeta. Egli è infatti un linguista ed ha un approccio scientifico verso questo tipo di argomenti.
Chomsky in persona ha letto e approvato il copione della nostra opera.
Concludo qui, per qualsiasi cosa scrivetemi pure, sarò ben felice di rispondervi: ho molti altri lavori da postare e avere un feedback sarebbe cosa graditissima.
Se avete domande per quanto riguarda la parte audio posso chiedere di farvi rispondere da Antonello Raggi: audio maker bravissimo ed esperto.
A presto


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